Ormai sappiamo bene (e non solo per aver partecipato agli ultimi webinar gratuiti di Tuttoscuola sulla governance e sul piano scuola 4.0) che governare una scuola è compito fondante il ruolo del dirigente scolastico, che ha "autonomi compiti di direzione, di coordinamento e valorizzazione delle risorse umane, di gestione di risorse finanziarie e strumentali, con connesse responsabilità in ordine ai risultati" (Legge 59/1997, articolo 21).
Il sistema scolastico non può quindi essere considerato in un’ottica semplicistica, come meccanismo lineare in cui l’organo di vertice possa decidere di adottare soluzioni in modo impositivo e autocratico, in forza dei citati "autonomi compiti", ma come un pluriverso che tiene conto di diversi punti di vista, differenti sensibilità prospettiche, che si muove districandosi in una pluralità di competenze incrociate, in cui una ciascuna azione ha bisogno del consenso di uno o più organi, collegiali e non, per essere intrapresa.
E’ la logica della "comunità educante", in cui la leadership dirigenziale si manifesta come "chiave di volta della scuola dell’autonomia", cioè elemento portante del lavoro e delle attività e, contemporaneamente, punto di equilibrio dei diversi fattori e forze che agiscono al suo interno.
Per te che hai seguito con interesse gli ultimi webinar gratuiti di Tuttoscuola dedicati a capire come governare la scuola in un mondo complesso, abbiamo riservato in omaggio un approfondimento esclusivo:
Proposte per la governance dell’inclusione
nel "va e vieni" dei modelli nazionali di PEI
(e non solo)
di Francesco Rovida, dirigente scolastico e psicologo
Un insieme di riflessioni che hanno lo scopo di indagare alcuni aspetti relativi all’azione del dirigente scolastico e di chi collabora nella gestione organizzativa per realizzare azioni di inclusione, avendo come orizzonte di riferimento le disposizioni del Decreto Interministeriale 182/2020, dopo la parentesi dovuta al contenzioso amministrativo consumatosi tra settembre 2021 e aprile 2022.
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